martedì 23 febbraio 2016

il mestiere del Mobility, a Roma, e quella cassetta degli attrezzi che troppo spesso rimane vuota


almeno a Roma, quello del Mobility Manager Aziendale è un mestiere spesso impossibile, spesso inutile.
il decreto Ronchi che ne introdusse la figura già nel 1998, e anche le recenti modifiche normative,
delineano nei fatti una figura vuota, senza reali strumenti a disposizione. Si demanda alla contrattazione, alla buona volontà, alla buona sorte.

senza generalizzare, ritengo che la gran parte delle Aziende o Enti che nominano il Mobility Manager Aziendale, lo facciano senza reale cognizione del ruolo e con l'obiettivo dichiarato di offrire ai propri dipendenti solo un gradito sconto per l'abbonamento ai trasporti pubblici.
senza ipotizzare altro.
chi usa il mezzo pubblico continua a farlo, chi usa il mezzo privato non cambia certamente solo perché risparmia 20 o 30 euro in un anno. Oggi, il fattore che pesa in maniera schiacciante sulle scelte di mobilità individuale è e rimane unicamente il prezzo del carburante alla pompa. Prezzo* basso = alto ricorso al mezzo privato, con aria letteralmente mortale, traffico congestionato e pesanti costi sociali in termini di incidentalità e tempo perso.

la pubblica amministrazione a Roma, per mezzo dell'Agenzia della Mobilità, obbliga blandamente a presentare un piano degli spostamenti dei dipendenti senza alcun vincolo per l'azienda a dover migliorare la quota degli spostamenti sostenibili, o a offrire infrastrutture o servizi ai dipendenti più virtuosi.
Il Mobility Manager Aziendale, anche se competente e appassionato, non ha leve o strumenti per determinare vantaggi per i dipendenti virtuosi: in questo senso dico che è come un bravo idraulico con una cassetta degli attrezzi vuota..

Così congegnato, il mobility management de noantri diventa -per assenza- addirittura dannoso!
Occorre cambiare! dovrebbe cambiare sia la normativa nazionale, come proposto dall'On. Gandolfi (PD) e prima ancora da Giachetti di Cittadinanza Democratica, sia la normativa stabilita a livello comunale, introducendo premialità per le aziende realmente virutose e subordinando l'erogazione degli sconti sulla base dei risultati effettivamente raggiunti.


* per prezzo basso intendo prezzo percepito, la mobilità privata costa migliaia di euro l'anno

saluti,
@paolodeluca72

p.s. sto combattendo dal 3 febbraio per far approvare una semplicissima comunicazione con cui informare i colleghi che da poco è entrata in vigore l'estensione dell'infortunio in itinere anche per chi si reca al lavoro in bicicletta. Da notare che la comunicazione che ho preparato è volutamente neutra, non uso i toni del blog; il punto è che le priorità sono altre.. l'immagine del ciclista evidentemente sempre quella di Fantozzi nella neve.. lo smog un problema lontano...

Nessun commento:

Posta un commento