domenica 1 ottobre 2017

è nata la nuova 'ciclabile' del tunnel di Santa Bibiana - vince la burocrazia, non la città..

con soli pochi mesi di ritardo rispetto a quanto annunciato, finalmente il Comune di Roma ha costruito due tratti di pista ciclabile nel tunnel di S. Bibiana, che collega i quartieri Esquilino e San Lorenzo, nel centro città... tutto bene ? no!

per chi non lo conosce, il tunnel di S. Bibiana è una striscia di asfalto finora riservata solo alle auto, con a lato due stretti marciapiedi protetti da parapedonali. in quel tunnel, degli anonimi attivisti più volte avevano disegnato una ciclabile popolare su un lato della strada, a indicare il diritto dei ciclisti a condividere la strada con le automobili.
Da parte del Comune, ricavare due piste ciclabili -una per ogni direzione- richiedeva una scelta forte netta e coraggiosa: ridurre da due ad una sola carreggiata lo spazio per il transito delle auto. d'altronde l'operazione non avrebbe creato un imbuto perché quel tratto è preceduto da un semaforo e da una svolta a 90° che già naturalmente costringe le auto a incolonnarsi su una sola corsia. certo che, avendo poi tutto lo spazio a disposizione per l'intera larghezza, le auto se lo (ri)prendono, peraltro con gran rombo di motori.

non si è avuto questo coraggio, ed il Comune ha tolto solo una stretta fascia sul lato che porta verso San Lorenzo disegnando lì una pista ciclabile protetta da doppia delimitazione e dai cosidetti 'occhi di gatto'. fin qui tutto bene. il problema nasce nella direzione verso l'Esquilino.
non volendo come detto togliere spazio alle auto (sia mai!), si è in maniera scellerata , scelto di toglierlo ai pedoni! è stato istituito un divieto di transito (una roba mai vista in centro città) nel marciapiede di sinistra che è stato adibito a pista ciclabile.

chi più chi meno famoso, vari commentatori, le associazioni e chi si occupa di ciclabilità (DeRussis, RomaFaSchifo, Diario Romano, GoVegan, AlbertoFiorillo, Crostella di Cittadini Re di Roma, tanti altri) si sono giustamente rivoltati. come si può pensare di fare mobilità sostenibile togliendo spazio ai pedoni?





Paolo Bellino, già bikemanager del Comune, si è assunto la responsabilità di questa scelta, scrivendo in un commento sul forum di Salvaiciclisti-Roma: " ci ho combattuto mesi, senza alcun esito. alla fine la scelta era tra non fare assolutamente niente e avere una parte fatta bene e una fatta male.
mi assumo la responsabilità di aver proseguito il percorso in quelle condizioni, ripromettendomi -come sto facendo adesso- di suggerire l'utilizzo esclusivo della bike lane, anche in senso contrario.
di più è stato impossibile fare, e sono certo che nessuno nelle mie condizioni avrebbe potuto farlo.
" .



in un tweet diventato famoso tra chi segue da vicino, il presidente della commissione mobilità e braccio destro dell'assessore Meleo, Enrico Stefàno ha dichiarato "Secondo te è successo perché tutte le mattine guardo il soffitto o perché abbiamo tutti contro Dipartimenti, Polizia Locale ecc?":




infine, sulla sua pagina Facebook, il 30 Settembre Stefàno scrive questo:

"Il nostro compito è difficile, difficilissimo, forse più di quello che ci aspettavamo. Non basta una volontà politica forte (che finalmente c’è) per cambiare questa città, c'è una macchina amministrativa e burocratica che va completamente rifondata.

Talvolta, dopo l’ennesimo parere contrario della Polizia Locale perché ”i cordoli per proteggere le preferenziali sono pericolosi” oppure perché ”sono pericolose le bike lane” lo scoramento è alto.
Che aumenta dopo l’ennesimo verbale che il Dipartimento si perde e quindi una conferenza dei servizi su un cordolo per una preferenziale si chiude dopo quattro mesi. Oppure quando manca solamente una determina dirigenziale per istituire una nuova corsia (già progettata e finanziata) ma gli uffici non la redigono perché sono “oberati” e non possono fare tutto.

Non parliamo poi di quando per la realizzazione di una preferenziale manca solo lo spostamento di una bancarella (di competenza del Municipio) che però devi spostare in un luogo equivalente, dove ahimè lo stesso Dipartimento boccia tutti i luoghi alternativi.
O quando non riesci a spostare di qualche centinaio di metri un capolinea perché l’area non è collaudata, e per anni va avanti il rimpallo tra Dipartimento e Municipio e ogni mese devi rimettere al tavolo tutti.
O le diverse aree pedonali pronte, progettate, dove manca solamente la stesura di una (semplice) Delibera di Giunta da parte degli uffici.

Un caos, dove anche l’operazione più banale si trascina per mesi (anni) all’interno di una macchina burocratica che o per incapacità, o per malafede, o per pigrizia, ti rema contro. Poi spesso ci sono le eccezioni positive, per carità, ma che purtroppo tali restano.

Alcuni risultati recenti, sicuramente minimi ma molto significativi (parapedonali a S. Lorenzo e 720 a Ciampino) sono stati possibili solamente grazie a un continuo lavoro di coordinamento e stress dei Dipartimenti competenti (che hanno cercato in tutti i modi di rimpallare dicendo addirittura che il sottopasso fosse di competenza di RFI, o che hanno tenuto fermo il progetto di prolungamento per mesi perché non hanno voluto firmare contratto per lo stallo con ADR).

Tutto questo quadro, di per se critico, è stato ulteriormente peggiorato da una normativa nazionale che non aiuta e sta uccidendo tutti gli enti locali. Dai blocchi assunzionali per cui al massimo puoi assumere una persona ogni quattro che vanno in pensione, al nuovo codice degli appalti che impone la progettazione esecutiva (non più definitiva) per andare in gara.

Qualche volta quindi ti balena un pensiero “Roma non cambierà mai”. Poi però alzi gli occhi, vedi la bellezza straordinaria di questa città, e rifletti che non può finire così, non possiamo gettare al vento un patrimonio di questa portata. Non possiamo condannare la Capitale di un Paese del G7 al sottosviluppo, all’anarchia, al degrado. Perché la macchina in doppia fila o l’assenza di una ciclabile sono strettamente connesse alla disoccupazione e al ristagno economico.

Per fortuna alle fermate, mentre aspetti il bus, incontri tante persone che ti riconoscono e ti incoraggiano ad andare avanti, che vedono l’impegno che mettiamo in questa ”missione” e l’impresa titanica che abbiamo davanti, dove c’è un sistema da ricostruire.

Come diceva qualcuno, loro non si arrenderanno mai, noi neppure.
"

in ogni caso, questa è una sconfitta per l'amministrazione 5S, che su questo fronte era al suo primo progetto, interamente nato sotto la sua egida.

non si può vincere questa battaglia per la mobilità sostenibile, e specialmente in queste condizioni di blocco da parte della burocrazia, se non si adottano scelte radicali. 

la lucha continua ....

@paolodeluca72