lunedì 6 luglio 2015

e mentre si spendono belle parole sulla "mobilità sostenibile", i fatti vedono le bici sempre all'anno zero

riporto integralmente il comunicato odierno del Coordinamento Roma Ciclabile (associazioni e movimenti pro-bici):

"Siamo venuti a conoscenza, dal sito del comune di Roma - perché non c’è né un ufficio bici che raccolga le informazioni né una cabina di regia che le trasmetta all’ufficio bici - delle opere approvate per il giubileo che riguardano le sedi stradali.

In particolare quella che riguarda la Via Prenestina, fra Porta maggiore e Palmiro Togliatti, per 2 o 3 km (dati differenti riportati nel sito), prevede la ricostruzione dell’intero pacchetto stradale: fondazione, base, bynder e tappetino di usura, quindi il rifacimento della segnaletica orizzontale. Cogliamo noi l’occasione, visto che non ci sono gli uffici necessari per farlo, di ricordare che la Via Prenestina è compresa nelle rete principale del Piano quadro della ciclabilità approvato nel 2012 dal Comune di Roma. Il Piano fa obbligo all’amministrazione comunale di realizzare lo spazio destinato alle biciclette nei casi in cui la manutenzione straordinaria riguardi parti della rete ciclabile (art 2 bis L.285/92). Esattamente il caso della Via Prenestina.

Il secondo caso è quello della rotatoria prevista all’incrocio di via di Vigna Murata/Tor Carbone con la Via Ardeatina. Anche in questo caso l’asse Vigna Murata/Tor Carbone è previsto come componente della rete principale del PQC. Anche il tratto di Via Ardeatina coinvolto ricade nella rete secondaria del PQC. Anche in questo caso l’amministrazione è obbligata a realizzare lo spazio destinato al transito delle biciclette in sicurezza. (dall’analisi del progetto pubblicato nel sito, tale spazio non risulta previsto).

Non possiamo pensare che da una Amministrazione che ha fatto della mobilità ciclistica uno dei suoi obiettivi strategici, tali impegni non vengano assolti. Ricordiamo soltanto che, in caso di mancata realizzazione (caso purtroppo già avvenuto diverse volte) il CRC sarà costretto a ricorrere alle vie legali per garantire il rispetto degli obblighi di legge (art 2 bis L.285/92)."

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