il 19 settembre scorso ho partecipato al convegno "Lavoro – Bici Sicuri, la copertura assicurativa negli spostamenti casa lavoro in bicicletta" all'Università Roma Tre.
Almeno questo il titolo edulcorato per pudore, come riportato nella locandina; il titolo corretto era: "Andare al Lavoro in Bici fa bene all'ambiente ma non è ritenuto Sicuro dall'INAIL, infatti la copertura assicurativa è ASSENTE per gli spostamenti casa lavoro in bicicletta"
Qui la pagina su Agenzia della Mobilità, e qui la presentazione della dottoressa Ficola dell'INAIL, una disquisizione sul perché, stando alla legge, l'INAIL può tutelare l'infortunato in bici solo se l'uso è "NECESSITATO".
E, stando a quanto riportato nella presentazione citata, e sempre che non venga smentita dai fatti in futuro, circa l'uso del mezzo privato (bici compresa) vale quanto di seguito:
in
sintesi, ai fini della ammissione
a tutela, occorre verificare:
omissis
in
caso di tragitto con
mezzo privato:
•la
finalità lavorativa
•la
normalità del tragitto
•l’assenza
di interruzioni o deviazioni per motivi personali
•l’incompatibilità
degli orari dei mezzi pubblici (attese sup. a 30-40 min in più per ogni tragitto)
•la
lunghezza del percorso (più di 1 km a piedi per ogni tragitto)
quindi, se volete sentirvi tutelati da INAIL rispetto ad un eventuale infortunio in itinere, il vostro percorso in bici deve essere superiore ad 1 Km, e vi deve far risparmiare almeno 30-40 minuti per tratta rispetto all'uso dei mezzi pubblici
.. sommando queste due variabili, io sfido chiunque a trovare un tale percorso a Roma, assumendo di rimanere entro il GRA e che si mantenga una velocità media in bici di 18-20 Km/h
ah, badate bene, "se (l'infortunio) si verifica su una pista ciclabile o zona interdetta al traffico non è necessario valutare il carattere necessitato dell’uso del mezzo privato"
bici & baci
@paolodeluca72
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